C’è una fiorente comunità di scienziate che studiano la malaria e le zanzare che la trasmettono. E ora hanno unito le loro forze grazie alla Women in Malaria Research Initiative. Ma come è nata questa iniziativa?
Ne ho parlato brevemente con la Dottoressa B. Joanne Power, una delle ideatrici dell’iniziativa.
Ciao Joanne! come donna che studia la malaria, a cosa stai lavorando in questo momento?
Ciao Corrado! Sono una ricercatrice del Lindner Lab, che fa parte del Center for Malaria Research (CMaR), presso la Pennsylvania State University negli USA. Attualmente sto lavorando in un grande progetto per identificare i meccanismi molecolari responsabili della trasmissione di Plasmodium yoelii, un parassita malarico dei roditori, dal topo alla zanzara e vice versa. Lavorare con un modello murino significa poter studiare l’intero ciclo vitale del parassita. Gli esperimenti che sto conducendo riguardano due proteine in particolare (che per ora terrò segrete!) ma sto usando P. yoelii per studiare il loro potenziale ruolo nel ciclo di trasmissione del parassita. Lo scopo dei nostri esperimenti nel loro insieme non è solo quello di capirne meglio il meccanismo, ma anche di identificare potenziali bersagli molecolari per nuovi farmaci che potrebbero bloccare la trasmissione della malaria nell’uomo.
Molto interessante, complimenti! Ci puoi dire in che cosa consiste l’iniziativa Women in Malaria Research?
È un movimento che nasce per promuovere e rendere visibile l’incredibile ricerca condotta da scienziate nel nostro piccolo angolo della comunità STEM, vale a dire scienziate che studiano la malaria in tutti i suoi aspetti: siano essi un particolare parassita (nell’uomo o negli animali), l’immunologia della malaria, nuovi farmaci e/o test diagnostici, vaccini, l’epidemiologia della malaria, la biologia delle zanzare, e molto altro. Siamo parte di un grande movimento globale che vuole porre fine alla discriminazione anche di genere nella scienza. Con il nostro sito web e la pagina Twitter forniamo un database di scienziate che lavorano sulla malaria e i loro dettagli a chiunque abbia bisogno di esperti con cui collaborare, scrivere un articolo, lavorare come revisore o come membro di un panel scientifico, ecc. Ogni settimana presentiamo una di queste scienziate e condividiamo il loro profilo su Twitter, in modo che le persone possano vedere chi sono, dove lavorano e in che cosa consiste la loro ricerca. Organizziamo anche seminari in occasione di conferenze sulla malaria e altri parassiti, e possiamo indirizzare le persone verso risorse che possono aiutarle a gestire meglio e a ridurre la discriminazione nei loro laboratori e gruppi di ricerca. Vogliamo che le scienziate che lavorano sulla malaria siano trattate con lo stesso rispetto dei loro colleghi maschi e considerate gli esperti che sono. In futuro vogliamo fare ancora di più, come creare programmi di tutoraggio o finanziamenti per le donne nei paesi in via di sviluppo.
Come vi è venuta in mente questa bellissima idea?
Da parte mia, due donne mi hanno aiutato e ispirato a creare il sito Web e l’iniziativa: la Dott.ssa Elise English, fondatrice di Women and Minorities in Parasitology e la Dott.ssa Elena Gómez-Díaz. Praticamente è andata così: ero in attesa di discutere la mia tesi di dottorato nell’autunno del 2018, e avevo accumulato tantissimi followers su Twitter perché avevo twittato pubblicazioni e fatti che mi interessavano sulla malaria. Ero sola nella biblioteca dell’Università di Glasgow con la mia testa immersa in una miriade di articoli scientifici, e volevo davvero condividere i documenti che avevo letto con altre persone! Poi, mentre stavo rileggendo la mia tesi per l’ennesima volta, ho ricevuto un messaggio dalla Dott.ssa Elena Gómez-Díaz che voleva creare un sito Web o un database per promuovere le scienziate che lavorano sulla malaria e cercava qualcuno che la aiutasse. Con le mie precedenti esperienze di public engagement e un seguito su Twitter da parte di molti scienziati che lavorano sulla malaria, Elena mi ha chiesto se sarei stata disposta ad aiutarla e a spargere la voce sull’iniziativa. Aveva visto il grande lavoro di Elise English con il suo sito Web e il lavoro di altri scienziati come la Dott.ssa Jess Wade e la Dott.ssa T. Jane Zelikova (cercatele su Google!), e voleva avviare un’iniziativa per le donne impegnate nella ricerca sulla malaria. E così ho creato un sito Web in uno stile simile a quello di Elise, ho iniziato ad aggiungere nomi al nostro database e così tutto è iniziato! Non sono nemmeno passati due anni e c’è ancora moltissimo da fare.
Grazie mille Joanne! Sono molto curioso di vedere come questa iniziativa si svilupperà in futuro.
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